Nostalgia nella musica tradizionale. Tra la Pucundria napoletana e la Saudade portoghese
Possono due lingue essere accomunate dalla nostalgia nella musica tradizionale? Secondo noi sì!
È il caso della Pucundria napoletana e della Saudade portoghese.
Termini così diversi, provenienti da lingue diverse e con origini diverse, ma con significati molto simili.
Quasi due sinonimi nella lingua napoletana e nel portoghese, che indicano una particolare nostalgia nella musica tradizionale napoletana e portoghese.
Una nostalgia che parte da una perdita, come gli affetti dei propri cari o l’amore, ma allo stesso tempo dà una strana felicità nel ricordare i momenti passati.
Come direbbe Leopardi “E pur mi giova la ricordanza”.
Vediamo insieme quanto è importante la nostalgia nella Musica tradizionale napoletana e nel Fado portoghese.
Parole intraducibili nelle lingue di tutto il mondo
Nelle lingue di tutto il mondo ci sono dei termini intraducibili. Termini che esprimono concetti, valori e visioni poetiche del mondo in poche lettere. Spesso i concetti espressi in pochi caratteri sono particolarmente significativi per conoscere la storia delle lingue e il modo di pensare dei parlanti.
La Pucundria e la Saudade sono parte di questa ricchezza linguistica, ed entrambi indicano la stessa cosa. Una nostalgia profonda per un ricordo felice, ma allo stesso tempo una strana felicità nel ricordare.
Ci sono tantissimi altri esempi che possiamo fare prima di addentrarci nella nostalgia nella Musica tradizionale napoletana e nel Fado.
Il Komorebi giapponese. Una visione filosofica della natura
Se pensiamo al Giappone subito pensiamo a un popolo profondamente poetico, in pace con la natura e con sé stesso. Da questa pace interiore, e da questo tempo lento scandito dalla riflessione e dai riti come la preparazione del tè (un rito che può durare anche delle ore!!) nascono parole come Komorebi, che in giapponese indica la luce che filtra tra gli alberi.
E nel flamenco spagnolo?
Esiste una parola in spagnolo che possiamo ricordurre a Saudade e a Pucundria.
È Morriña, una sensazione di malinconia, che però si traduce in diverso modo nella cultura spagnola. È qui che entra in gioco il Quejío, che può essere definito il grido rituale e sacro del flamenco. Un grido di dolore catartico, che fa star bene una volta che ci liberiamo del malessere che abbiamo dentro cacciandolo fuori.
Pucundria a Napoli. Una perfetta rappresentazione della nostalgia nella musica tradizionale
Napoli è una città che vive di sentimenti, e la sua musica ne è la prova! Questa musica è piena di una forte nostalgia, la quale fa scrivere versi struggenti ai poeti della canzone napoletana classica.
Come molte parole in napoletano, l’origine non poteva che essere greca.
Hypochondrios, dalla quale viene ipocondria in italiano e Pucundria in napoletano. Un malessere fisico, che partiva dal costato ma finiva per intaccare anche la mente, generando una sensazione di malessere perenne.
La Pucundria parte da questa sensazione andando oltre.
È nostalgia per il ricordo di tempi felici ormai passati, ma che danno una strana serenità al solo ricordo.
È un modo di cantare molto particolare, che abbraccia il tono di voce del cantante, le parole dell’autore e la melodia del musicista. Una nostalgia totalizzante, che nasce da un amore non corrisposto più, o dal ricordo di parenti lasciati per emigrare.
Difatti, il popolo napoletano è un popolo che ha sempre viaggiato per cercare fortuna, ma il ricordo della città partenopea faceva nascere un sentimento di nostalgia per la lontananza.
Guardate questi magnifici versi di E.A. Mario in Santa Lucia luntana:
Partono ‘e bastimente
pe’ terre assaje luntane
Cántano a buordo:
só’ Napulitane!
Cantano pe’ tramente
‘o golfo giá scumpare,
e ‘a luna, ‘a miez’ô mare,
nu poco ‘e Napule
lle fa vedé
Tantissime le canzoni del repertorio della canzone napoletana classica che celebrano la nostalgia nella musica tradizionale come per un amore non corrisposto, come in Luna caprese di Augusto Cesareo e Luigi Ricciardi:
Io te vurría tené cu ‘nu respiro.
Ma è inutile, è destino, ca ‘stu core,
canta surtanto pe chi dice no.
Pino Daniele e l’Appucundria
Il grande Pino Daniele, artista napoletano tra i più celebri al mondo, ha fatto della Pucundria una vera e propria poesia in forma di musica nella canzone Appucundria del 1980. L’appucundria di Daniele ha costituito una vera e propria rivoluzione culturale, tanto amata da essere inserita come neologismo italiano nella Treccani!
Appocundria me scoppia
ogne minuto ‘mpietto
pecchè passanno forte
haje sconcecato ‘o lietto
appocundria ‘e chi è sazio
e dice ca è diuno
appocundria ‘e nisciuno…
Saudade portoghese. Il destino della nostalgia nella musica tradizionale portoghese
L’etimologia della parola Saudade è latina. Solitūdo, con il significato di solitudine.
Dunque, il concetto di Saudade non parte dal dolore fisico, ma dalla condizione di solitudine dei marinai, in epoca coloniale, che partivano e lasciavano a casa affetti e amori.
Per aiutarci a capire l’anima del Portogallo basta capire l’origine etimologica del suo genere musicale tradizionale.
Il Fado, tipico genere che si può sentire in tipici ristoranti (ne abbiamo parlato qui!), ha le sue origini nel latino Fatum, cioè destino.
Una lingua che cattura la poeticità di un destino già segnato del protagonista della canzone, e che spesso è imperniato della nostalgia data dalla solitudine descritta dal termine Saudade.
È il destino che ha separato i due innamorati nelle canzoni portoghesi.
È il destino che ha fatto partire i marinai lasciando casa e famiglia.
Se il destino vorrà li riaccomunerà, ma fino a quel momento è il sentimento di Saudade ad avere la meglio.
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Di Davide Lancia