È ufficiale, il Canto Lirico è Patrimonio UNESCO.
La notizia è stata data sul sito ufficiale del Ministero della cultura , e come ha detto il Ministro italiano della Cultura Giorgio Sangiuliano è motivo di grande soddisfazione che il Canto Lirico è Patrimonio UNESCO.
Che l’Italia sia un posto pieno di tradizioni e cultura non è una novità, ma è sempre un gran piacere quando si aggiunge alla lista dei beni immateriali UNESCO un altro vanto culturale italiano.
Difficile credere che nel Mondo esista qualcuno che non conosca le arie famose di compositori come Giacomo Puccini, Giuseppe Verdi, Gioacchino Rossini e Vincenzo Bellini.
Le opere del Canto Lirico italiano sono cantate nei teatri più importanti del Mondo, da Tosca a Rigoletto, dalla Bohème a Turandot. Le sentiamo nei film, nelle pubblicità, nelle serie tv e per strada quando camminiamo. Sono opere che oltrepassano la storia , la costeggiano, incidono su di essa, e sono proprio questi i motivi per cui, dal 6 dicembre 2023, il Canto Lirico è Patrimonio UNESCO.
Come scrive il Comitato per il Patrimonio Immateriale dell’UNESCO:
“ll canto lirico in Italia è un modo di cantare fisiologicamente controllato che migliora il potere della voce in spazi acustici, […] prevede una combinazione di musica, teatro, recitazione e messa in scena. Trasmessa oralmente tra maestro e allievo, la pratica promuove la coesione collettiva e la memoria socioculturale.”
Cos’è l’UNESCO?
Se ti stai domandano cos’è L’UNESCO allora te lo diciamo subito.
Fondata nel 1945, L’UNESCO è l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization), e si tratta di un’agenzia delle Nazioni Unite (193 Stati membri, 11 stati associati e partner pubblici e privati) specializzata in promozione, educazione e preservazione di beni materiali e immateriali.
Gli obiettivi principali dell’UNESCO sono la promozione dell’educazione di base per tutti, la salvaguardia del patrimonio culturale e naturale, la promozione della libertà di espressione, la promozione della cooperazione scientifica internazionale e la lotta contro la povertà attraverso l’accesso all’istruzione.
È fondamentale per la preservazione della diversità culturale e nella promozione del dialogo interculturale per contribuire alla pace e alla sicurezza mondiale.
Detta così capiamo come L’UNESCO sia l’espressione massima di come il Mondo attuale sia costantemente interconnesso. Tutti gli Stati devono dialogare e rapportarsi con istituzioni nazionali e sovranazionali, e devono soprattutto cooperare tra loro per un fine più alto. È grazie ad attività come quella dell’UNESCO che vediamo nascere, giorno per giorno, iniziative come l’European Agenda for Music, quella stessa iniziativa europea che ha dato vita a SEA and YOU, promuovendo il Flamenco, il Fado e la Canzone Napoletana classica, fagocitando il dialogo tra associazioni, e dando la possibilità di creare, attraverso bandi europei, il primo Festival di Musica Tradizionale Europea.
Beni materiali e Beni immateriali UNESCO
È proprio con questo spirito che si è decretato che il Canto Lirico è Patrimonio UNESCO.
Gli stati propongono alla Commissione UNESCO una candidatura per un bene, sia esso Materiale o Immateriale. Viene poi effettuata una valutazione preliminare dal Centro del Patrimonio Mondiale insieme all‘ICOMOS (Consiglio Internazionale dei Monumenti e dei Siti) e all’UICN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). Questa valutazione determina se la candidatura soddisfa i criteri di eleggibilità.
Il Comitato del Patrimonio Mondiale, composto da rappresentanti di diversi paesi, si riunisce annualmente per esaminare le candidature e prendere decisioni.
Tocca, a questo punto fare un attimo di chiarezza.
Esistono due tipi di beni che l’UNESCO tutela: i Beni Materiali e i Beni Immateriali.
I primi sono tutti quegli edifici, monumenti, siti archeologici, opere d’arte, manufatti e paesaggi che possono essere toccati e visti.
I Beni Immateriali, invece, sono quelle tradizioni, espressioni artistiche, conoscenze e abilità che sono parte integrante della cultura di una comunità. Non si toccano, e possono essere tradizioni orali, feste popolari, pratiche artigianali tradizionalile, espressioni musicali, pratiche spirituali (alcuni esempi sono il tango argentino, la cucina tradizionale giapponese washoku e la samba brasiliana.)
È proprio tra i Beni Immateriali che il Canto Lirico italiano si posiziona, portando a 16 il suo numero.
Tra i Beni Immateriali possiamo ritrovare veramente di tutto, da ogni parte del Mondo.
Danze, canti, balli, ma anche la produzione di un determinato oggetto, ecco perché è tra i Beni Immateriali c’è realizzare l’iconico cappello Panama. Non è il cappello a essere Bene materiale, ma la storia che porta con sé.
Tra i Beni Immateriali troviamo, senza neanche troppe sorprese, il Flamencoe il Fado…ma non la Canzone Napoletana Classica.
Ma vediamolo meglio.
Il Flamenco spagnolo
La Spagna è un concentrato di pratiche culturali degne di essere studiate e preservate.
Tra i suoi Beni Immateriali inseriti nella lista UNESCO troviamo la transumanza (cioè lo spostarsi dei pastori da una regione all’altra) e la fluitazione, condivise con altri stati, la pratica di realizzare oggetti in vetro, ma anche la cultura del suono delle campane.
Ci sono poi quelle tradizioni così caratteristiche da essere individuate come spagnole pure, come quella dei Castell, un’usanza catalana che prevede la costruzione di torri umane facendo salire i partecipanti gli uni sopra gli altri, o la Gomera, una lingua dei pastori fatta di fischi.
Ma senza dubbio, quando pensiamo alla Spagna pensiamo al Flamenco, la musica spagnola per eccellenza. Combinando canto (cante), danza (baile), chitarra (toque), e ritmo (palmas e compás), il Flamenco, eseguito nei tipici Tablao, è oggi uno degli stili musicali più amanti.
La fusione di culture come quella gitana, ebraica e araba ha dato vita al Flamenco, e oggi è riconosciuto a livello mondiale come una delle forme d’arte più intense ed emozionanti (e per fare questo si avvale del Duende, scopri qui cos’è.
Chiunque abbia assistito a uno spettacolo di Flamenco non può che confermare la passione, la foga, la spiritualità con la quale viene eseguito, e non può che volerne ancora e ancora.
Ecco perché sono così importanti i Beni Immateriali, ed ecco perché è così importante che il Canto Lirico è Patrimonio UNESCO.
Il Fado portoghese
Come la Spagna, anche il Portogallo vanta tradizioni e pratiche nella lista dei Beni Immateriali dell’UNESCO. Tra questi non poteva mancare il bellissimo Fado, fiore all’occhiello della cultura portoghese.
Molto più di una musica. Il Fado è poesia, passione, vitalità.
Lo si può ascoltare nelle tipiche Case del Fado disseminate in tutto il Portogallo, e che ogni anno accolgono turisti da tutto il Mondo.
Ma c’è un luogo molto speciale in Portogallo, simile a una Casa del Fado ma senza essere ristorante (caratteristica imprescindibile per essere autentica Casa del Fado), dal nome Ideal Fado . Una sala da concerto spettacolare, che da anni ha deciso di valorizzare il Fado attraverso uno spettacolo musicale puro e semplice. Molto più di una sala da concerto. Un’associazione di artisti, un gruppo di musicisti, un luogo dove l’arte può respirare con vitalità e libertà. Ideal Fado a Porto è tra i promotori di SEA and YOU, il primo festival sulla musica tradizionale in Europa , insieme a Napulitanata e a CajaGranada.
Queste associazioni, in piccolo, svolgono analogamente lo stesso lavoro dell’UNESCO. Tutte e tre cooperano per valorizzare gli stili musicali tradizionali, stili che hanno un’importanza fondamentale per il paese e per il Mondo. Due di questi stili musicali sono già patrimonio immateriale UNESCO, il Fado e il Flamenco, ma non la Canzone Napoletana.
La mancanza della Canzone Napoletana Classica tra i Beni Immateriali
L’Italia è il paese della cultura per antonomasia. Ricca sia di Beni Materiali sia di Beni Immateriali.
Finalmente anche il Canto lirico è Patrimonio UNESCO, e va ad aggiungersi in una lunga lista di altre tradizioni, come quella dei Pupi siciliani, il magnifico Canto a Tenore sardo, le sorprendenti e sentite Feste delle macchine a spalla (una tradizione antichissima, che prevede il trasporto di enormi strutture in legno per le vie dei paesi), ma anche pratiche come l’alpinismo, la caccia al tartufo e l’arte del pizzaiolo napoletano. Sorprende, a questo punto, che manchi nella lista dei Beni Immateriali UNESCO la Canzone Napoletana Classica.
Vista la forte attenzione dell’UNESCO per la musica tradizionale ci si aspetterebbe che lo stile musicale più noto al Mondo fosse inserito tra i Beni Immateriali, e infatti da un po’ di tempo si sono mosse le voci per far riconoscere la Canzone Napoletana Classica come Bene Immateriale UNESCO.
Qualche notizia non verificata continua a girare su internet. Articoli che dichiarano l’inserimento della Canzone Napoletana Classica nella lista dei Beni Immateriali UNESCO, ma è pura fantasia.
In attesa del riconoscimento meritato, ci pensa la sala da concerto Napulitanata a far conoscere e a valorizzare la Canzone napoletana classica, a Napoli con i suoi concerti e nel Mondo con SEA and YOU!
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Di Davide Lancia